lunedì, maggio 22, 2006

QUANTO COSTA IL RISCATTO?


Vi ricordate Berlusconi che giurava e ora sappiamo spergiurava negando che il governo italiano avesse mai versato un solo Euro per la liberazione dei nostri ostaggi in Iraq? Beh, mentiva clamorosamente (in verità mentirono anche americani, tedeschi e francesi, ma in Francia e in germania la verità saltò fuori abbastanza presto). Per quanto riguarda il governo italiano, ci sono le prove che pagò 11 milioni di dollari per ottenere la liberazione di Giuliana Sgrena e, prima, di Simona Pari e Simona Torretta. La notizia è stata data dal quotidiano britannico 'The Times', considerato uno dei giornali più attendibili e seri del mondo. I giornalisti di Times hanno esaminato documenti da cui si scopre che per il rilascio della due cooperanti, nel settembre del 2004, furono pagati cinque milioni di dollari, mentre per quello della giornalista del 'Manifesto', nel marzo del 2005, furono versati sei milioni di dollari. L'Italia, afferma il 'Times', non è
stata l'unica a pagare per ottenere la liberazione di ostaggi rapiti in Iraq. Anche Francia e Germania, secondo le fonti
consultate dal quotidiano, hanno versato alla guerriglia cifre comprese tra gli 8 e i 25 milioni di dollari. Invece Londra non ha dato neppure un centesimo per i due britannici, Kenneth Bigley e Margaret Hassan, il cui assassinio è stato
documentato da un video girato dai miliziani nel novembre del 2004. In totale, secondo i calcoli fatti dal quotidiano, per la liberazione di 9 ostaggi sono stati pagati alla guerriglia 45 milioni di dollari. I documenti sono stati mostrati al 'Times' da funzionari iracheni della sicurezza che hanno avuto un ruolo determinante nelle trattative e dall'esame risulta che tra le bande alle quali è stato pagato il riscatto c'è anche quella responsabile del sequestro e dell'omicidio di Bigley. Non è tutto. C'è pure un risvolto diplomatico. Sempre Times afferma che nelle ambasciate occidentali chi ha avuto la possibilità di esaminare i documenti ha duramente criticato Francia, Germania e Italia il cui atteggiamento, hanno detto, alimenta il 'mercato' dei sequestri di cittadini stranieri. "In linea teorica siamo tutti d'accordo che non bisogna pagare riscatti" ha detto una fonte occidentale anonima citata dal giornale, "ma in realtà alcuni governi hanno scelto di fare altrimenti mettendo così a repentaglio la vita di altri stranieri".