lunedì, maggio 22, 2006

QUANTO COSTA IL RISCATTO?


Vi ricordate Berlusconi che giurava e ora sappiamo spergiurava negando che il governo italiano avesse mai versato un solo Euro per la liberazione dei nostri ostaggi in Iraq? Beh, mentiva clamorosamente (in verità mentirono anche americani, tedeschi e francesi, ma in Francia e in germania la verità saltò fuori abbastanza presto). Per quanto riguarda il governo italiano, ci sono le prove che pagò 11 milioni di dollari per ottenere la liberazione di Giuliana Sgrena e, prima, di Simona Pari e Simona Torretta. La notizia è stata data dal quotidiano britannico 'The Times', considerato uno dei giornali più attendibili e seri del mondo. I giornalisti di Times hanno esaminato documenti da cui si scopre che per il rilascio della due cooperanti, nel settembre del 2004, furono pagati cinque milioni di dollari, mentre per quello della giornalista del 'Manifesto', nel marzo del 2005, furono versati sei milioni di dollari. L'Italia, afferma il 'Times', non è
stata l'unica a pagare per ottenere la liberazione di ostaggi rapiti in Iraq. Anche Francia e Germania, secondo le fonti
consultate dal quotidiano, hanno versato alla guerriglia cifre comprese tra gli 8 e i 25 milioni di dollari. Invece Londra non ha dato neppure un centesimo per i due britannici, Kenneth Bigley e Margaret Hassan, il cui assassinio è stato
documentato da un video girato dai miliziani nel novembre del 2004. In totale, secondo i calcoli fatti dal quotidiano, per la liberazione di 9 ostaggi sono stati pagati alla guerriglia 45 milioni di dollari. I documenti sono stati mostrati al 'Times' da funzionari iracheni della sicurezza che hanno avuto un ruolo determinante nelle trattative e dall'esame risulta che tra le bande alle quali è stato pagato il riscatto c'è anche quella responsabile del sequestro e dell'omicidio di Bigley. Non è tutto. C'è pure un risvolto diplomatico. Sempre Times afferma che nelle ambasciate occidentali chi ha avuto la possibilità di esaminare i documenti ha duramente criticato Francia, Germania e Italia il cui atteggiamento, hanno detto, alimenta il 'mercato' dei sequestri di cittadini stranieri. "In linea teorica siamo tutti d'accordo che non bisogna pagare riscatti" ha detto una fonte occidentale anonima citata dal giornale, "ma in realtà alcuni governi hanno scelto di fare altrimenti mettendo così a repentaglio la vita di altri stranieri".


domenica, aprile 23, 2006

CIAD e SUDAN : INIZIA IL GENIOCIDIO


In Africa c’è un conflitto tra dittature che può sfociare in una crisi enorme
Nei giorni scorsi formazioni di ribelli provenienti e appoggiati dal Sudan hanno cercato di impadronirsi della capitale del Ciad, Ndjamena, ma sono stati respinti grazie all’aiuto determinante dei militari francesi. L’obiettivo dei miliziani era quello di impedire la celebrazione, il 3 maggio prossimo, delle elezioni del Ciad, boicottate dalle opposizioni, che sanciranno l’ennesima conferma del presidente Idriss Derby. Quest’ultimo ha deciso di riarmare le sue milizie, denunciando un piano sudanese per destituirlo. Mentre il Sudan sostiene che il vicino Ciad appoggi le popolazioni del Darfur sudanese, aggredite da tre anni dalla guerriglia islamica di Khartoum. Né la mediazione libica né l’intervento francese e men che meno le truppe di interposizione inviate sul confine dall’Unione africana sembrano in grado di fermare l’escalation, che potrebbe dar luogo a un conflitto incontrollabile. L’affermazione del presidente, secondo il quale “il Ciad è un ponte, se il ponte cede, si può dire addio a tutta la regione. Potrebbe essere una situazione ancora più grave del conflitto dei Grandi laghi”, purtroppo è realistica. In queste zone, dove è endemico il conflitto etnico e religioso, due regimi deboli e autoritari puntano a salvarsi combattendo un “nemico” esterno. La scintilla di uno scontro militare può accendere il falò delle tensioni etniche, col rischio concreto di genocidi come quelli che hanno insanguinato il Ruanda. Non è un caso che nella benedizione pasquale Benedetto XVI abbia citato, tra le aree che destano preoccupazione, per prima quella africana. La comunità internazionale ha già mostrato tutta la sua impotenza durante i conflitti dei Grandi laghi e ora sembra avviata sulla stessa strada per quel che riguarda il Darfur sudanese e il Ciad. L’estensione di questi conflitti, considerati minori perché non intaccano aree strategiche, rappresenta invece un pericolo gravissimo e non soltanto sul piano umanitario.

sabato, aprile 08, 2006

FORSE E' IL FUTURO DELL'ENERGIA


CHI arriva in Islanda da un qualunque Paese europeo si trova catapultato in un ambiente che sembra quello di un mondo extraterrestre. Chilometri di colate laviche, pozze di fango ribollenti, getti di vapore e gas che si alzano da fratture e decine e decine di coni vulcanici ancora attivi o al massimo dormienti. Sotto questa sottile crosta, sempre pronta a spezzarsi per lasciare fuoriuscire colate laviche provenienti dal mantello terrestre, c'è il futuro dell'energia pulita. Da quando gli islandesi hanno avuto i mezzi per sfruttare il calore proveniente dal magma che ristagna sotto l'isola l'hanno utilizzato per riscaldare case e serre, ma anche per produrre elettricità. Da sempre, tuttavia, hanno estratto i vapori lontano dai vulcani più attivi. Ora invece hanno iniziato a perforare direttamente il cuore di un'area vulcanica. Il loro progetto, da 20 milioni di dollari, ha come obiettivo quello di ottenere 10 volte più energia rispetto ad ogni progetto precedente e capire qual è il meccanismo che muove la crosta degli oceani sulla quale è sorta l'Islanda. L'isola infatti si trova lungo la Dorsale Medioatlantica, la catena di vulcani che divide in due l'oceano. Da questa ruga vulcanica il magma che fuoriesce "spinge" a destra e a sinistra le placche oceaniche confinanti e giorno dopo giorno crea nuova crosta oceanica che va a rimpiazzare quella che sposta. La maggior parte della dorsale si trova a migliaia di metri sotto il livello del mare, ma in prossimità dell'Islanda è venuta vicino alla superficie e così le continue eruzioni hanno creato l'isola che è emersa circa 17 milioni di anni fa.
Grazie a questa particolare situazione, circa il 90% delle case islandesi sono riscaldate dall'energia catturata dai magmi vulcanici. Numerose infatti, sono le stazioni geotermiche che producono elettricità sfruttando il vapore estratto da pozzi profondi da 600 a 1.000 m, dai quali esce a 240° C. Ma ora gli Islandesi vanno oltre. Omar Friedleifsson dell'Iceland Geosurvey è responsabile del IDDP (Iceland Deep Drilling Project): "Poche settimane or sono abbiamo perforato un pozzo profondo 3.082 metri, ma ora vogliamo raggiungere almeno i 4.000 m di profondità". Il pozzo perforato è chiamato tecnicamente RN17 e si trova sulla penisola Reykjanes. Questo pozzo tuttavia, che era il candidato numero uno per raggiungere la profondità necessaria, è stato abbandonato a causa di un crollo interno che impedisce di proseguire la perforazione. Il progetto è stato spostato in un altro sito, un'area detta RN19, non molto distante dalla prima. Tra poche settimane inizierà la nuova perforazione. A circa 4.000 metri di profondità i ricercatori sperano di trovare ciò che viene definita "acqua supercritica", una condizione dell'acqua che è una via di mezzo tra il vapore e l'acqua fluida, ma che ha in sé una enorme quantità di energia. Ciò significa che da un solo pozzo dove la temperatura potrebbe essere di circa 300 gradi centigradi con una pressione 200 volte superiore a quella che vi è sulla superficie terrestre, si può estrarre energia per creare una centrale geotermica con una potenza compresa tra i 5 e i 50 megawatt, energia paragonabile a quella di una piccola centrale atomica. Abbinando questa immensa riserva energetica al progetto che vuole utilizzare l'idrogeno per tutti i veicoli circolanti, l'Islanda potrebbe diventare il luogo abitato più "pulito" del pianeta entro il 2010.

giovedì, aprile 06, 2006

COGLIONE! E'DAVVERO UN INSULTO?

Uno degli ultimi scivoloni del Presidente Berlusconi è oggetto di vituperio per una cosiddetta parolaccia usata nei confronti degli avversari politici, anzi di tutti gli elettori che hanno intenzione di votare contro l'attuale coalizione governativa e, in particolare, contro chi la presiede.
Scandalizzarsi per una loquela sboccata è forse esagerato, anche se un ruolo istituzionale dovrebbe comportare un certo stile e una certa decenza; una parola scurrile suona diversa se pronunciata da un marinaio alticcio che inciampa su uno scalino o da un vescovo che celebra una funzione religiosa.
In ogni caso, lo scandalizzato stupore è fuor di luogo, perché ciascuno, in ogni momento della sua vita, fa esattamente quello che può ovvero usa i talenti che senza suo merito né demerito gli sono stati dati, come dice la parabola evangelica.
Evidentemente, in quella circostanza il Presidente del Consiglio non aveva altri concetti o altre parole a sua disposizione.
Non è dunque l'innocente volgarità da caserma che deve essere bollata.
In quella frase c'è qualcosa di ben più grave e sovversivo, che perverte il senso della politica.
Il presidente in via di uscita ha offeso chi vota senza pensare solo al proprio interesse.
Con un unico insulto, ha liquidato secoli di pensiero liberale e di riflessione sul rapporto fra l'individuo e la collettività o lo Stato, fra l'interesse privato e quello pubblico, fra il bene individuale e quello comune.
Aristotele Rousseau Locke Croce Einaudi e innumerevoli loro colleghi entrano così d'ufficio nella categoria che il presidente in scadenza ha definito con simpatica familiarità goliardica ossia nella categoria di chi vota pensando non soltanto al suo interesse, non soltanto al suo particulare.
È questa l'aberrazione, non il linguaggio colorito e plebeo.
Alle elezioni si vota per eleggere chi guiderà il proprio Paese.
Del proprio Paese fa parte ogni cittadino, il quale, legittimamente anzi doverosamente, vota pensando anche, e fortemente, ai propri interessi; scegliendo i governanti che gli sembrano più capaci di garantire a lui e alla sua famiglia lavoro, sicurezza, benessere, dignità.
E' ovvio, ed è bene che in questa scelta rientri la considerazione della propria situazione personale, della propria categoria, delle proprie prospettive e dei propri beni. Gli interessi, prettamente intesi, possono essere più morali di astratti e furiosi ideali, come ha scritto Sergio Romano, perché responsabilmente attenti alla realtà e alle conseguenze, pure a lungo termine, di ogni atto e di ogni scelta.
Ma la civiltà e la maturità politica consistono nella capacità di collegare il proprio interesse con quello generale, di capire la loro reciproca indissolubilità, e si misurano col metro di questa capacità. Io faccio il professore universitario; è comprensibile che non sia disposto a dare il mio voto a un governo che si proponesse di ridurre alla fame o di deportare i professori universitari, ma meriterei l'epiteto caro al presidente in via di scadere se votassi pensando solo alla confraternita degli insegnanti universitari e questo vale per ogni categoria.
Al servizio di trasporti urbani della mia città chiedo certo di non trascurare il rione in cui abito, ma non soltanto di non trascurare quel mio rione; tutto ciò acquista una speciale intensità quando entrano in gioco esigenze primarie quali la sanità, la scuola, la dignità, le possibilità offerte potenzialmente a ognuno, la sicurezza.

Chi può finanziariamente permettersi una nutrita e costante guardia del corpo, potrebbe personalmente infischiarsene delle rapine e delle aggressioni, ma non per questo necessariamente vota per ridurre le forze e le dotazioni della polizia; in questo caso, una persona civile vota apparentemente contro il proprio interesse, ma vota in realtà per il proprio interesse, che è quello di vivere in un Paese in cui la sicurezza è un bene generale.
Guicciardini sferzava gli italiani accecati dal loro tornaconto particolare e perciò distruttori del bene dell'Italia e dunque di se stessi.
La ramanzina al presidente agitato per il suo congedo non ha bisogno di ricordagli eroi, ma non per questo vengono ricordati col termine a lui così caro.
Ogni volta che camminiamo per la strada sappiamo che il nostro interesse coincide in parte con quello degli altri passanti, ugualmente minacciati da eventuali buche e disposti a qualche piccolo sacrificio per colmarle.
E se ad offendersi per quell'epiteto fossero i cittadini che si apprestano a votare per l'attuale governo?

giovedì, marzo 16, 2006

IL POSTO PIU' STRANO PER FARE L'AMORE?

Fare l'Amore nei posti più strani possibili possono dare un tocco di trasgressione nei rapporti amorosi, però penso che ora il limite è stato ampiamente superato.
Infatti oggi sulla Repubblica ho trovato un articolo, più che curioso, che descrive il numero uno dei posti più strani di fare l'Amore; l' articolo recitava così:
BERGAMO - Facevano l'amore in macchina mentre viaggiavano, lungo la provinciale, ad alta velocità.
Se ne sono accorti i vigili urbani di Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, quando hanno notato una Fiat Punto che procedeva a zigzag in mezzo alla strada invadendo continuamente la corsia opposta.
Ma non potevano MAI immaginare di imbattersi in un'arzilla coppia attempata: 59 anni lei, 70 lui. Gli agenti, bloccata l'auto, si sono trovati davanti i due anziani amanti mezzi nudi.
Dopo un primo momento di imbarazzo, gli agenti hanno fatto rivestire la coppia e hanno anche scoperto, grazie al test dell'etilometro, che l'uomo era ubriaco con valori di tre volte superiori alla media.
Il focoso signore è stato denunciato a piede libero per guida in stato di ebrezza, gli è stata ritirata la patente ed è stato spedito a casa a inventarsi una scusa per la moglie.
E' SICURAMENTE IL NUMERO UNO!!

lunedì, febbraio 20, 2006

IN GALERA CHI NEGO' L'OLOCAUSTO.

Lo storico britannico negazionista David Irving è stato condannato a tre anni dalla Corte d'Assise di Vienna per apologia del Nazismo. A Irving è stata negato il beneficio della sospensione condizionale della pena, anche se potrà impugnare la sentenza. In attesa dell'esame del ricorso, dovrà comunque restare in stato di detenzione. Sulla colpevolezza dello storico inglese gli otto giurati hanno raggiunto l'unanimità. Al momento della lettura della sentenza Irving è rimasto impassibile e quando il Presidente gli ha chiesto se avesse capito - lo storico che parla il tedesco - ha detto di no.
Tanto che il presidente gli ha riletto il dispositivo.
Irving proprio oggi aveva fatto dietro front nell'aula del tribunale Viennese dichiarandosi colpevole in base alla legge austriaca. Rispondendo a una domanda del giudice, Irving, ha detto
sì, mi riconosco colpevole
aggiungendo che dovrà in parte rivedere i suoi libri e che dovrà chiedere scusa alle persone offese, cioè gli Ebrei.
Ma le parole dello storico non hanno convinto la pubblica accusa:
E' un falso pentimento, una farsa
. Davanti ai giudici Irving ha anche ribadito di essere giunto alla conclusione, sulla base di sue nuove ricerche, di essersi sbagliato e di essersi distanziato dalle sue tesi del passato. Irving ha detto di riconoscere adesso l'esistenza delle camere a gas e dell'Olocausto. In realtà già lo scorso Dicembre lo storico autodidatta aveva ammesso di essersi sbagliato e di aver trovato, in documenti conservati in archivi a Mosca e Londra, le prove dello sterminio degli ebrei durante il Nazismo.
L'accusa ha basato il suo impianto accusatorio su una serie di citazioni che negavano l'esistenza dell'Olocausto e delle camere a gas prese da interviste e da libri di Irving in passato. Il dispositivo principale dell'avvocato della difesa è stato incentrato invece sui seguenti punti: i reati imputati a Irving risalgono a 17 anni fa; l'imputato, essendo di nazionalità britannica, non necessariamente poteva sapere all'epoca la severità della legge austriaca che vieta l'apologia del nazismo; inoltre, secondo la difesa, a favore di Irving sta il fatto che egli si dichiara colpevole, che non è pericoloso in Austria e che ha 67 anni.
Ma per la corte d'Assise il pentimento di Irving, nonostante egli abbia riconosciuto di avere negato a torto l'Olocausto, non è stato sincero.
Dopo la lettura della condanna, un anziano che era in aula ha gridato in inglese, all'indirizzo dell' imputato,
rimani forte
..

martedì, febbraio 14, 2006

ITALIA: OSSERVATA SPECIALE DALL'UE.

La Commissione Europea ha bloccato la procedura anti-deficit contro l'Italia, anche se rimaniamo sempre osservati speciali.
Due sono i punti che Bruxelles ha sottolineato: ci sono ancora delle incertezze sulle misure di tagli e di controllo della spesa ed inoltre il debito scende molto lentamente.
Nella bozza di comunicazione che verrà discussa sicuramente il 22 Febbraio c'è scritto che Nel caso in cui le misure non vengano rispettate a pieno, saranno necessarie ulteriori misure correttive.
Nella bozza sul nostro paese, l'esecutivo dell'Ue scrive che l'Italia sembra avere preso misure coerenti con le raccomandazioni del Consiglio Ecofin di luglio, che chiede di riportare il rapporto del deficit-Pil sotto il 3% entro la fine del 2007, in concomitanza ad una correzione strutturale di almeno lo 0,8% del Pil nel 2006.
Bruxelles conclude che "per il momento non sono necessari ulteriori passi nella procedura di deficit eccessivo e che in ogni caso la Commissione continuerà a monitorare gli sviluppi di bilancio dell'Italia.
Analizzando in dettaglio la situazione italiana, gli esperti della Commissione sottolineano che l'Italia sembra avere conseguito il target di rapporto deficit-pil pari al 4,3% nel 2005 ed in aggiunta che la probabilità di un'implementazione efficace delle misure previste è aumentata in seguito all'introduzione dei meccanismi di controllo della spesa.
Da Bruxelles rimarcano che l'Italia non ha fornito informazioni sulle misure generali previste per conseguire tali obiettivi.
Inoltre,il programma potrebbe non aver stimato realmente l'andamento del deficit tendenziale e quindi l'entità della correzione di bilancio necessaria per centrare l'obiettivo del 2007.
Bruxelles aggiunge che sarebbe appropriato prevedere,da parte dell'Italia, un percorso più rapido di riduzione del debito pubblico, in particolare rafforzando il percorso di rientro verso l'obiettivo di medio termine.
A questo riguardo, la Commissione Ue, denota che negli anni successivi al 2007 saranno necessari ulteriori rafforzamenti degli obiettivi di bilancio per conseguire una rapporto debito-pil che diminuisca in maniera adeguata verso il valore di riferimento e che rappresenta un aspetto essenziale per contenere i rischi alla sostenibilità nel lungo termine.
Inoltre c'è la discussione sulla spesa pubblica.
In particolare non è convinta del conseguimento di tutti i risparmi programmati in rapporto alla spesa locale, alla sanità ed alla spesa centrale del governo, così come altre misure minori.
Bruxelles specifica, a questo proposito, che scivoloni in queste aree potrebbero portare a un rapporto deficit-pil più vicino al 4% che al target ufficiale del 3,5%.
Entrando nel merito della sostenibilità dei conti pubblici in rapporto al problema dell'invecchiamento demografico, il documento dell'Ue spiega che l'Italia sembra correre rischi medi.
Infatti l'aumento della spesa legata all'invecchiamento della popolazione si prevede moderata, anche se questa prospettiva si basa sulla riforma delle pensioni del 2004 e di quelle precedenti".

martedì, febbraio 07, 2006

OLIMPIADI: DISCORSO INAUGURALE DI CIAMPI.

Oggi il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha presentato alla televisione Nazionale il discorso inaugurale dei XX Giochi Olimpici Invernali dove ha fatto appello alla responsabilità di tutti nello sfruttare la straordinaria occasione che si presenta alla nazione.
Per coloro che non hanno avuto al possibilità di seguirlo in televisione è di seguito riportato:
"Venerdì sera, allo Stadio Comunale di Torino, avrò l'onore di aprire i XX Giochi Olimpici Invernali. Sette anni fa, in un videomessaggio, diedi il mio sostegno alla candidatura di Torino per queste Olimpiadi. Fu il primo atto pubblico del mio mandato presidenziale" . "La cerimonia inaugurale di venerdì prossimo, con l'accensione del braciere olimpico, simbolo della fratellanza fra i popoli, sarà un momento pieno di emozione per noi italiani, per gli sportivi di tutto il mondo - continua Ciampi - Torino, il Piemonte, l'Italia si sono impegnati a fondo nella preparazione dei Giochi. I numerosi progetti di grandi opere sono stati portati a termine; l'organizzazione logistica è stata curata in ogni aspetto". "Ci apprestiamo ad accogliere con spirito di amicizia, come è nelle nostre secolari tradizioni di ospitalità, gli atleti e i visitatori che converranno a Torino da ogni parte del mondo. Per due settimane Torino sarà ancora una volta Capitale d'Italia. Le immagini delle Alpi e delle valli piemontesi, dei campanili e delle torri dei nostri paesi, saranno sotto gli occhi di centinaia di milioni di spettatori". "Ho fiducia che tutti - cittadini e istituzioni - opereremo concordi per il miglior svolgimento di queste Olimpiadi. Il loro successo è di grande importanza per il Piemonte e per l'Italia. E' un'occasione di conferma delle nostre capacità, di rilancio per il nostro sviluppo. Non dobbiamo mancarla. E' responsabilità di tutti noi".

lunedì, febbraio 06, 2006

CANCRO DEL FUMATORE: C'E' UNA SPERANZA.

Da oggi sia i fumatori incalliti sia gli ex fumatori affetti dal Cancro ai polmoni, possono avere una speranza di guarigione.
Infatti tra un mese inizierà una sperimentazione su 100 uomini affetti da codesto tumore (Adenocarcinoma); questa consiste in una Tac spirale all'anno per la diagnosi precoce e, se funziona, si passerà alla somministrazione di un'anti-infiammatorio spray che ha dimostrato una certa efficacia in uno studio effettuato negli Stati Uniti (Studio Cosmos) sui sospetti noduli periferici del polmone di fumatori.
Anche per i nodulini di pochi millimetri che non sono tumori ma che hanno molte probabilità di diventarlo.
Su questa nuova modalità di prevenzione e di lotta contro il tumore al polmone si sono pronunciati molto favorevolmente i più grandi luminari d'Europa in questo campo; tra questi ci sono il direttore scientifico dello Ieo Dottor Umberto Veronesi ed il condirettore della Farmacoprevenzione Dottor Bernardo Bonanni, che hanno riferito: "Si tratta di una ricerca unica al mondo di farmacoprevenzione contro un big killer che colpisce ogni anno 35 mila italiani e ne uccide 30 mila ed inoltre che per la prima volta si punta alla prevenzione degli Adenocarcinomi polmonari sfruttando un farmaco di uso comune e ben conosciuto, che si diffonde nei polmoni e non nell'organismo".

martedì, gennaio 31, 2006

MEDAGLIA D'ORO AL "TOROC"

Iniziano alla grande le OLIMPIADI 2006 di TORINO per l'Italia; la prima medaglia d'oro è stata già assegnata al TOROC (Torino Organising Committee XX Olympic Winter Games), che sarebbe il Comitato Organizzativo, per la promozione del territorio.
Infatti il suddetto Comitato oltre che avere mansioni di organizzare i giochi Olimpici, aveva l'onore e l'onere di pubblicizzare, nonchè promuovere, la valorizzazione del territorio Italiano e soprattutto dei suoi prodotti.
Ed invece di approfittare dell'evento e cogliere l'occasione di combattere la recente situazione creatasi dall'assalto dei prodotti provenienti dal continente Asiatico, e soprattutto dalla Cina con i suoi imbattibili costi di produzione, indovinate cosa fà?
ESATTAMENTE QUESTO! Cioè, per motivi economici e di bilancio, fà produrre le migliaia di divise dei volontari, dalla CINA!!
E tutto ciò, in ragione della cosiddetta "TREGUA OLIMPICA", non sarebbe mai venuto a galla se non fosse stato scoperto dal quotidiano La Padania che ha pubblicato ieri l'altro la notizia.
Questo sì che è vergognoso, è uno schiaffo all'economia Italiana e soprattutto alle nostre industrie del settore tessile, oltre che combattere la concorrenza a dir poco sleale di questi paesi,l'inutilità della legislazione in materia deve anche fare i conti con l'avverso menefreghismo della classe dirigenziale italiana.
Se non cambiamo la nostra mentalità, difficilmente l'Italia sarà un paese destinato a crescere.

domenica, gennaio 29, 2006

Rivoluzione TRENITALIA.

La Rivoluzione TRENITALIA?Altro che rivoluzione,siamo alle solite invece.
Vorrei che tornaste con la memoria a qualche tempo fa,quando su qualunque testata giornalistica,qualunque Radio e TV pubblicizzavano l'imminente rivoluzione della compagnia di bandiera dei trasporti,TRENITALIA già Ferrovie dello Stato.
Sicuramente ricordate tutte le novità che ci descrivevano e cioè nuovi treni,maggiore attenzione sull'igiene,riduzioni di tariffe,riduzione dei tempi di trasporto,assistenza alla clientela più concreta e novità come i nuovissimi "Eurostar",treni a loro dire,belli,puliti e veloci.
Concentriamo l'attenzione su quest'ultimi; oltre ad essere,come ho precedentemente detto belli,puliti e veloci dovevano avere due peculiarità: di essere treni estramamente precisi,fino al punto che in caso di un ritardo superiore ai 30 minuti veniva rimborsato integralmente o in parte il costo del biglietto;"pensate che certezze avevano i dirigenti di TRENITALIA"; ed inoltre, la convenienza del prezzo del biglietto che è acquistabile con la rispettiva promozione.
Ed invece niente di tutto questo, perchè è vero che la promozione permette di pagare un prezzo relativamente basso ma è anche vero che in ragione di questa promozione il biglietto non è più rimborsabile.
Per non parlare poi dei disagi che questi treni stanno creando,in quanto sono i primi che vengono presi in considerazione quando c'è necessità di cancellare alcuni convogli; come accadrà proprio domani che, per i problemi causati dalle nevicate di questi ultimi giorni, verranno cancellati 18 Eurostar creando un ulteriore disagio che è quello delle tratte alternative,soluzione che raddoppia o triplica il tempo di trasporto necessario al raggiungimento della propria destinazione.
Quindi sarebbe meglio che Trenitalia non parlasse di Rivoluzione perchè potrebbe dare a noi viaggiatori lo spunto per farne una di "Rivoluzione".

"DEAD MAN WALKING"-Condannato a morte

Parlare con un uomo che ha i giorni contati e li trascorre in un "braccio della morte" di una prigione Usa è una scena vista molte volte nei film. Adesso, con un blog su Internet , questi dialoghi sul filo della fine sono usciti dall'immaginario cinematografico e hanno coinvolto centinaia di persone che si confrontano con un "dead man walking": Vernon Lee Evans, 56enne accusato di aver ordinato l'assassinio di testimoni coinvolti in una vicenda di droga. La data della sua condanna a morte in Maryland è il 6 febbraio.
Negli Usa non si è ancora spento il ricordo di Tokki Williams, l'uomo che ha speso gli ultimi anni prima dell'iniezione letale tentando di riscattare la propria vita e di mettere in guardia i giovani dal prendere strade sbagliate come la sua.
Nel blog di Vernon Lee Evans si spiega che le mail inviate sono raccolte da un amico del detenuto che le stampa, gliele consegna e poi pubblica le sue risposte sul Web. Il suo avvocato prima che fosse fissato il giorno dell'esecuzione aveva fermato il suo diario oline aperto lo scorso giugno, temendo che qualcuna delle sue risposte potesse essere usata per far pendere la giustizia verso il peggio o accelerarne i tempi. Ora che questa decisione è stata presa gli hanno permesso di riprendere un dialogo al quale lui ha sempre tenuto molto.
Spesso offre consigli, in particolare a quelli che sono in crisi: «Sei giovane, hai talento, non aver paura» risponde Vernon a William, un musicista brasiliano trasferitosi in Canada e in lotta con un futuro difficile. Ma soddisfa anche le curiosità che lo toccano più da vicino: «Come stanno vivendo questa situazione i tuoi famigliari?». E lui risponde che le sue sorelle resistono, gli sono vicine, perché sanno quanto lui ha bisogno di loro. Si preoccupa però per la minore, che è meno forte delle altre. Spiega il suo modo di essere religioso e mette a disposizione degli altri il suo stato d'animo. Un lettore gli fa i complimenti per il blog. Scrive a Vernon che «forse in qualche è modo è utile anche a te, ma certamente è utile a noi». E il condannato risponde che è un modo per cercare di andare più a fondo nel capire che cosa sia la pena di morte. «Se ne parla molto ma questa volta lo fa anche uno che sta dall'altra parte».

sabato, gennaio 28, 2006

Cambia ANCHE il Bollo Auto!

Anche l'ultimo baluardo della normalità nel Caos della burocrazia Italiana è stato annientato.
PERCHE' LO AVETE FATTO?
Sono sicuro che a qualche burocrate dei piani alti dava fastidio un così regolare modo di pagare il BOLLO AUTO,così fluido,così facile da comprendere; chiunque con una calcolatrice di ultima categoria moltiplicava il numero dei KW (KiloWatt) o dei CV (Cavalli Vapore) per il costo del KW o dei CV che ammontava ad €2.58.
Questa cifra è rimasta invariata,ma non per tutto il territorio nazionale; infatti hanno differenziato alcune Regioni con dei costi dei KW o CV diversi,a volte maggiori a volte minori.
Quindi vorrei sapere qual è il criterio per il quale una Regione d'Italia debba pagare, di più o di meno, una tassa di proprietà perchè è di questo che si tratta.
Mi piacerebbe che qualcuno andasse in Tv, tanto ormai è casa loro, e ci spiegasse questa faccenda.