domenica, gennaio 29, 2006

"DEAD MAN WALKING"-Condannato a morte

Parlare con un uomo che ha i giorni contati e li trascorre in un "braccio della morte" di una prigione Usa è una scena vista molte volte nei film. Adesso, con un blog su Internet , questi dialoghi sul filo della fine sono usciti dall'immaginario cinematografico e hanno coinvolto centinaia di persone che si confrontano con un "dead man walking": Vernon Lee Evans, 56enne accusato di aver ordinato l'assassinio di testimoni coinvolti in una vicenda di droga. La data della sua condanna a morte in Maryland è il 6 febbraio.
Negli Usa non si è ancora spento il ricordo di Tokki Williams, l'uomo che ha speso gli ultimi anni prima dell'iniezione letale tentando di riscattare la propria vita e di mettere in guardia i giovani dal prendere strade sbagliate come la sua.
Nel blog di Vernon Lee Evans si spiega che le mail inviate sono raccolte da un amico del detenuto che le stampa, gliele consegna e poi pubblica le sue risposte sul Web. Il suo avvocato prima che fosse fissato il giorno dell'esecuzione aveva fermato il suo diario oline aperto lo scorso giugno, temendo che qualcuna delle sue risposte potesse essere usata per far pendere la giustizia verso il peggio o accelerarne i tempi. Ora che questa decisione è stata presa gli hanno permesso di riprendere un dialogo al quale lui ha sempre tenuto molto.
Spesso offre consigli, in particolare a quelli che sono in crisi: «Sei giovane, hai talento, non aver paura» risponde Vernon a William, un musicista brasiliano trasferitosi in Canada e in lotta con un futuro difficile. Ma soddisfa anche le curiosità che lo toccano più da vicino: «Come stanno vivendo questa situazione i tuoi famigliari?». E lui risponde che le sue sorelle resistono, gli sono vicine, perché sanno quanto lui ha bisogno di loro. Si preoccupa però per la minore, che è meno forte delle altre. Spiega il suo modo di essere religioso e mette a disposizione degli altri il suo stato d'animo. Un lettore gli fa i complimenti per il blog. Scrive a Vernon che «forse in qualche è modo è utile anche a te, ma certamente è utile a noi». E il condannato risponde che è un modo per cercare di andare più a fondo nel capire che cosa sia la pena di morte. «Se ne parla molto ma questa volta lo fa anche uno che sta dall'altra parte».

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